mercoledì 22 agosto 2007
IL VIAGGIO
Ma prima presentiamoci. Siamo partiti in 2, io (Luca) e Daniele, cugini e un pò amici (o amici e un pò cugini?); entrambi residenti a Verderio Inferiore, entrambi seguiamo l' attività di famiglia, entrambi appassionati di sport, tanti sport.
Una mattina di Marzo entro nel suo negozio e gli faccio: "...e se questa estate facciamo le vacanze insieme?.....magari in bici, in Irlanda o, perchè no, Norvegia? ". " Per me va benissimo ".
Guardo un pò il sito della Ryanair, in Norvegia costa meno, poi ci sono i fiordi, ghiacciai....ok, aggiudicato! Il 31 Marzo prenoto due biglietti per Oslo-Torp, con supplemento per la bici, 170 euro a testa andata e ritorno.
Bene, ma l' itinerario?..." ma dai è presto, lo faremo ". A giugno ancora niente, però nel frattempo compriamo due belle city bike e io anche le borse laterali. La bici è bella, leggerissima e con lei faccio 100 km in Brianza come rodaggio.
Arriva fine luglio, abbiamo delle idee e calcolato qualche distanza, ma nulla di definitivo e, sinceramente, non abbiamo consultato nessuna guida turistica per scegliere i posti più belli. Questa si rivelerà la scelta vincente del viaggio. Ultima settimana, una certezza arriva, da Oslo prendiamo il treno per Trondheim e poi con la bici giù fino a Bergen. Alloggi? Portiamoci una tenda per sicurezza, poi vediamo.
Questa è il pre-partenza, molto sintetizzato e molto sinteticamente (sotto poi trovate il dettaglio tappa per tappa), vi dico il post-viaggio.
La vacanza è stata semplicemente fantastica: la natura, il mare, i fiordi, l' infinità di fiumi e cascate, i boschi, i fiori e.....la bici, come già detto nel titolo è il mezzo di locomozione più bello; con lei è tutto diverso, non hai distrazioni: volante, cambio, pedali, marce, frecce, tergicristalli, fari, radio, aria condizionata, clacson. Niente, hai come optional solo il contachilometri.
Le distanze sono completamente diverse, le senti tue; soprattutto quando vedi una città indicata a centinaia di chilometri, poi meno, sempre meno e poi ci arrivi.
In bici senti tutto, il clima intendo, caldo, freddo, quel vento che a 1000 metri ti entra nelle ossa, la pioggia (cazzo sì, anche quella) e i rumori, gli odori...quello fortissimo di quando attraversi un bosco di abeti.
Poi la Norvegia ha qualcosa in più, un rispetto per la bici immenso, tante piste ciclabili (larghe), strade che ti fanno evitare le gallerie; automobili che si fermano dietro di te e ti passano solo quando sono sicure di non disturbarti.
Infine l'avventura, perchè a causa del budget limitato, ci siamo arrangiati un pò come capitava, tenda (ma non in camping), stazione, bagni pubblici, bagni nei ruscelli e......pensiline. Le pensiline dei bus sono state la nostra salvezza, lì abbiamo mangiato, ci siamo riparati dalla pioggia e abbiamo dormito.......dopo 2 giorni ho eletto come santo protettore per il viaggio S. Pensilina da Trondheim (non l'ho ancora detto a papa Ratzi ma ho paura che s' incazzi!).
Insomma, tutto perfetto ed è una vacanza che propongo a tutti, per questo che abbiamo deciso di aprire questo blog, per pubblicizzare questo tipo di vacanza con questo mezzo stupendo.
E non preoccupatevi dei chilometri, noi 2 non siamo dei super-atleti, eravamo sì allenati, ma non facciamo niente di continuativo e agonistico. Il fattore che più conta è la volontà, quella che c'è dentro ognuno di noi. Siceramente, con la bici così carica, non pensavo di poter fare tutte quelle salite e invece.....forse perchè avevo in testa quella frase di un Tiziano Terzani (ahimè, anzi, ahinoi) già morente:
" La rivoluzione, il vero cambaimento non è fuori, ma dentro di noi".
Ma alla fine siamo arrivati a Bergen? E mica vi svelo tutto, leggete le cronache sottostanti.
Se vi servono info o volete contattarci scrivete qui: luca.villa@il-grappolo.org
Luca e Daniele
05/08 PARTENZA
Partiamo in anticipo, più che altro perchè siamo curiosi di vedere come tratteranno le nostre "bimbe" al check-in.
Bo, speriamo.....l' aereo parte in orario e atterra in anticipo, 10 minuti di ansia per le bici, ma ecco che spuntano dagli "special luggage". Si esce di corsa per salire sul bus che ci porterà ad Oslo, dove inizia il bello, ovvero il rimomtaggio del mezzo, che occuperà due ore buone. Prenotiamo poi il treno per Trobdheim delle 23.05, operazione che ci costa 891 corone a testa, ovvero circa 120 euro, il che ci limita il budget già limitato in partenza.
Carichiamo le borse e usciamo in città, la bici è pesantissima e sembra ingovernabile, in più imbocchiamo una strada in pavè con tanto di binari del tram!
Ci avviciniamo al porto e raggiungiamo il palazzo comunale di Oslo, dove il 10 Dicembre di ogni anno si celebra la cerimonia di consegna del premio Nobel per la Pace.
Facciamo altre due pedalate per il centro della città e rientriamo in stazione, dove aspettiamo con molta calma il treno che viaggerà tutta notte verso Nord.
06/08 1° TAPPA, TRONDHEIM-KVANNE, 153 KM
Percorriamo il vialone principale della città (passando di fianco allo stadio del mitico Rosenborg) e usciamo.
Subito fuori dalla terza città del paese, imbocchiamo una bella ciclabile, completa di indicazioni chilometriche per Orkanger.
Appena usciti dall' area metropolitana notiamo un gran cambiamento, siamo in aperta campagna, infatti dominano la scena campi e fattorie.
La prima tappa scorre così, sotto un bel sole, quasi tutta in pianura; nel pomeriggio prima sosta e primo bagno nel torrente, un bel risciaquo con sapone di marsiglia e via sui pedali.
Alle 20.30 siamo a Kvanne, praticamente al capolinea, visto che siamo giunti al primo vero fiordo e dobbiamo obbligatoriamente traghettare. Qui funziona così, in quasi tutti i fiordi ci sono dei punti dove la strada finisce o porta in una sola direzione, quindi dalle auto ai bus di linea tutti sul battello, che viaggia dalle 6 del mattino fino alle 22 circa della sera.
Decidiamo di rimandare la traversata la mattino seguente e risaliamo in bici la strada per cercare un angolo tranquillo dove "piazzare" la tenda. Ma ad un certo punto vediamo una pensilina enorme in legno....ok, addio tenda, per stanotte si dorme qui!
07/08 2° TAPPA, KVANNE-MITTET, 123 KM
Risaliti in bici sull' altra sponda del fiordo, comincia subito una leggera salita, ma la natura che ci circonda non ce lo fa notare più di tanto.....questo fino alla cittadina di Sunnaldsora dove, per evitare una lunga galleria, siamo costretti a percorrere la vecchia strada ormai praticamente chiusa al traffico. Bella salitona, anche se, in confronto a quelle che faremo nei giorni successivi non è niente.
Nel pomeriggio continuiamo a costeggiare il Langfjorden, ma appena lo lasciamo per addentrarci nell' entroterra ecco la sorpresa: un bel cartello che ci indica una salita di 7 km all' 8%.
E' la prima vera salitona e si sente, se ci aggiungiamo il caldo il quadro è completo; dopo varie soste arriviamo in cima ad una quota di 500 metri slm, ma che sembrano molti di più. Il paesaggio circostante è il tipico paesaggio montano delle nostre Prealpi, con tanto di arbusti fra cui i mirtilli.
Fortunatamente dopo la salita c'è sempre una bella discesa, e allora giù a 60 km/h fino a valle, dove percorriamo poco più di 15 km prima di arrenderci alla stanchezza. Troviamo uno spiazzetto sotto le piante in riva al fiordo e montiamo la tenda un pò a fatica a causa del vento.
Dopo la cenetta (che diventerà consuetudine) a base di panini e banane ci rifugiamo nel sacco a pelo....non male l'escursione termica, dopo il caldo quasi afoso del pomeriggio.
08/08 3° TAPPA, MITTET-VALLDAL, 104 KM
Sfruttiamo in pieno gli unici raggi di sole della giornata per un tuffo rigenerante in un ruscello, uno dei tantissimi che incontriamo lungo le strade. E' incredibile la quantità di acqua che vediamo, soprattutto non utilizzata, non vediamo nè dighe, ne centrali idroelettriche....bè considerato che la Norvegia ha 4 milioni e mezzo di abitanti, nonostante la sua estensione, è logico che ha meno bisogno di energia elettrica rispetto a noi.
Sapone di marsiglia e via, viva l'avventura!
A mezzodì siamo ad Andalsnes, poco più di 40 km nelle gambe, ma abbastanza faticosi. Qui troviamo finalmente un ciclista, dove Daniele riesce a riparare la sua ruota posteriore un pò storta, probabilmente dovuto a qualche sconquassamento durante il viaggio.
Dopo la classica spesa alla Coop e il classico pranzetto sull' asfalto si riparte, lasciamo il fiordo di Romsdalsti e puntiamo verso le montagne....ancora un cartello......stavolta la pendenza è al 10%! La strada non si vede, riusciamo a scorgerla poche centinaia di metri più avanti......è tutto un susseguirsi di tornanti fino ad arrivare di fianco ad una cascata. La strada è piena di turisti, molti camper e autobus; a testa bassa mettiamo il rapportino leggero e saliamo con calma. Dopo aver ridistribuito meglio i pesi sulla bici oggi si pedala molto meglio (fra valigie, viveri e acqua sono a quasi 20 kg di zavorra).
Superata la cascata la strada continua, ancora 4 tornanti almeno, ma guardandoci indietro vediamo con soddisfazione il dislivello che già abbiamo percorso; qualcuno ci fa anche una foto.......e un pò ci esaltiamo, ci manca solo il commento del duo Bulbarelli-Cassani.
Arriviamo finalmente in cima alla salita e notiamo, con gran soddisfazione, che siamo gli unici non motorizzati, non male. Purtroppo c'è un nebbione incredibile, vediamo solo pochi centimetri di un lago e non riusciamo a capire quale sia la sua intera estensione.
C'è anche un simpatico negozietto con tanti gadget, souvenir e statuine di questi mostriciattoli. Ma dove siamo? Senza saperlo (lo scopriremo dopo consultando la guida, perchè noi furbi la guida la consultiamo alla sera, non alla mattina!) abbiamo percorso la strada dei Troll, una salita molto famosa. Che sono sti mostriciattoli? Sono delle figure fantastiche, che hanno quattro dita e che vivono solo di notte, perchè se il sole li scopre fuori dalle loro caverne li trasforma in sassi. Sono stati resi celebri dall' opera "Peer Gynt" di Henrik Ibsen, musicata da Edvard Grieg (altro vanto nazionale insieme ad Alfred Nobel), ora i Troll sono un pò il simbolo della nazione.
Fatte le foto di rito ci ributtiamo in discesa, in una bellissima vallata che ricorda la Val Masino, un pò più a valle notiamo che i campi sono coltivati quasi interamente a fragole, distese intere di pianticelle di fragole.Tranquillamente verso le 19 giungiamo a Valldal, dove un cartello "Wc" attira la mia attenzione, giro l'angolo e cosa trovo? Docce pubbliche (pulite) a 10 corone (poco più di 1 Euro). Figata, dopo una giornata così era il massimo che potevamo chiedere, l' avventura è bella, ma ogni tanto le comodità non fanno male.
Mangiamo su una panchina e consociamo quasi per caso due ragazzi reggiani, Marina e Massimo, discutiamo un pò con loro, gli spieghiamo quel che stiamo facendo e, gentilmente, ci offrono una doccia nella loro stanza. Peccato che abbiamo trovato proprio qui una doccia pubblica, un' altra occasione così non si ripresenterà per tutto il resto del viaggio.
Inizia a piovere e non vedendo molti prati disponibili (siamo proprio in centro paese) ci troviamo una bella pensilina in cemento fuori da un camping. Appoggiamo le bici ad una panchina che sarà stata larga sì e no 25 cm, non so come riesco a sdraiarmi su quella, mentre Daniele si sdraia per terra......sarà la stanchezza e, nonostante la posizione non agevolissima, ci addormentiamo quasi subito.
09/08 4° TAPPA, VALLDAL-LOEN, 93 KM
Ci svegliamo prestissimo, prima delle 6, un pò a causa del sole che sorge prestissimo, un pò perchè ci siamo addormentati al massimo alle 10 di sera.
Subito dopo le 6 siamo in sella, battelliamo per la seconda volta e siamo a Eidsdal, dove iniziamo subito a salire. Ahimè dopo i 7 km di salita inizia a piovere, oggi è proprio grigio e non si vedono spiragli di luce; iniziamo con calma la discesa verso Geiranger, dove giungiamo masaratissimi. Non sappiamo che fare, giunti al primo camping chiediamo la disponibilità di un bungalows con wc; ma dobbiamo aspettare 2 ore e ci spillerebbero 450 corone (55 euro circa). Decidiamo di entrare in centro paese, ma qui niente docce pubbliche, nonostante Geiranger sia una località molto frequentata (una delle più visitate del paese), perchè qui c'è (On Dii) il fiordo più bello, comunque uno di quello che più si incunea nell' entroterra.
Ci affidiamo alla solita pensilina, dove ci asciughiamo, cambiamo e mangiamo qualcosa, il tutto sotto lo sguardo un pò attonito dei passanti, fra cui una sciura che ci fotografa.
Prendiamo il battello super turistico e siamo ad Hellesylt, dove fortunatamente non piove e da dove ricominciamo a pedalare, direzione Stryn, 48 km di distanza sul Nordfjord. La raggiungiamo e proseguiamo il "cammino" fino a Loen, situata sullo spigolo di questo fiordo che dovremo interamente "circumnavigare".
Posizioniamo bici e tenda su un prato vicino ad una catasta di legno e anche per oggi siamo a posto, manca solo qualche pagina di Kapuscinski per finire in bellezza la giornata.
10/08 5° TAPPA, LOEN-FORDE/SKILBREI, 126 KM
Che salita però, 8 km, niente cartello con la pendenza ma tirava lo stesso. Ormai a far notizia non è più la salita, ma la pianura; stamattina dopo un pò di tempo abbiamo percorso 30 km in piano, sembrava di pattinare sull'olio, scorrevolissimo........
Giunti alla vetta ci aspetta ora una bella discesa, 7 km in totale che mi permettono di toccare la velocità massima della vacanza, 67 km/h, che considerata la zavorra e la pessima aerodinamicità non è niente male.
Giunti alla tranquilla cittadina di Skei incontriamo 9 simpatici ragazzi romani attratti dalle nostre bici. In effetti attiriamo parecchio l'attenzione delle persone con cui interloquiamo....un pò ci stupisce, ma un pò ci fa anche piacere!
Il pomeriggio è praticamente una pacchia e, dopo aver pedalato sui bordi del lago Jolstravtnet, arriviamo a Forde, cittadina di medie dimensioni e di grande tristezza, questo è l' impatto che abbiamo avuto. Per dormire dobbiamo uscire dalla città per trovare uno spiazzo o una delle nostre mitiche casette, va bene l'avventura ma dormire in città non ci sembra il caso!
Purtroppo reinizia una salita, non breve e abbastanza ripida, ma S. Pensilina da Trondheim ci ha assistito anche stavolta, alle 21.15 troviamo ben 2 pensiline, una di fronte all'altra; peccato solo che siano sul bordo della E39, una delle principali arterie viabilistiche della Norvegia, praticamente è come dormire in una corsia di emergenza a Trezzo sull' Adda.
Parcheggiamo i mezzi, apriamo i sacchi a pelo e via.....siamo pronti, ma prima finisco di canticchiare quella canzone che mi è tornata in mente questo pomeriggio: " ..... e stasera io voglio andare al cinema, e al cinema vacci tu....ta ra ta ta.... "
martedì 21 agosto 2007
11/08 6° TAPPA SKILBREI-LINDAS, 125 KM
Non credo nell' aldilà, penso che quando muori non c'è più niente, sei solo un cumulo di ossa sotto mezzo metro di terra, ma se veramente esiste.....bè spero che abbia anche solo una strada e una bella bici!
Prima delle tre ore siamo stati in una valle bellissima, fra gli abitati di Bygstad e Dale. Il primo paese veramente stupendo, situato sul caratteristico Dalsfjorden, ignorato (come la valle) dalle guide turistiche ma veramente interessante; dove nella giornata è in programma una festa vichinga.....peccato che il cielo sia veramente grigio e non promette nulla di buono, altrimenti ci saremmo fermati volentieri. Anche Dale non è male (sta rima me l'hanno servita su di un piatto d'argento) e ci dimostra che anche qui si fa della vita sociale, una sagra carina con tanto di banda tradizionale.....dopo la vista di Forde ci eravamo un pò scoraggiati. Da segnalare che al 7° giorno dalla partenza, sorseggiamo la prima bevanda calda un caffè (big water and very small coffee).
Dopo la sosta a Rysiedals, dove abbiamo atteso il traghetto per Rutledal posta al vertice di una penisoletta che soprannomineremo la più bastarda della Norvegia.
35 km di strappi corti e discesine, finita la discesa uno strappo e così via. Notiamo, nel frattempo, che il paesaggio comincia a cambiare, non sono più i soliti fiordi, sono piccole insenature; a volte aventi al proprio interno un isolotto. Le montagne circostanti sono più brulle, con molte rocce che prendono in posto delle solite distese verdi. Giungiamo poi al secondo imbarco della giornata e riusciamo, da buoni italiani, a non pagare il biglietto, fermatici poi in un "Autogrill" la commessa ormai vicina all'ora di chiusura ci regala 3 panini e una brioches.....divorate in non più di 17,2 secondi.
Alle 22 del buio ancora nessuna traccia, ci vorrà ancora una mezzora.....intanto apro il sacco a pelo e mi distendo....sul bel cemento della pensilina!
12/08 7° TAPPA, LINDAS-HOYATER 130 KM
ti indicavano 2 giorni or sono,
Giunti in centro, dopo aver percorso un sacco di strade secondarie (vicino ai grandi centri urbani, dove il traffico è più intenso, vietano la circolazione alle bici), ci rechiamo al classico mercato del pesce. Ma rispetto a 4 anni fa è tutto diverso, oltre alle bancarelle ittiche è pieno di altre bancarelle che poco hanno a che vedere col pesce. Poi è pieno di italiani. A comprare il pesce ma anche a venderlo, sembra un centro commerciale; una città così caratteristica demolita dal turismo di massa, che peccato!
Decidiamo subito di allontanarci dalla città, operazione che si presenta abbastanza difficoltosa. Finalmente dopo un bel po’ di chilometri (e di imprecazioni pesantissime) ritroviamo la natura, la chiave del nostro viaggio; tra poco imboccheremo la strada n° 7 che ci porterà sull’ ultimo fiordo di questa regione, visto che poi ci addentreremo all’interno del paese.
Dopo 8 ore e mezza sui pedali e
Domani vediamo se riusciamo a raggiungere Geilo.
13/08 8° TAPPA, HOYATER-FOSSLI, 121 KM
Gran dormita, ma al risveglio troviamo la tenda super-bagnata, così come le bici….non ha piovuto, è tutta l’ umidità notturna. Cosa ci vuole per scaldarsi? Ovvio……5 km di salita, che però fanno da apripista ad una gran discesa all’ 8%...e sui tornanti giù il ginocchio come Tony Gobert a Laguna Seca col 998. Costeggiamo l’ultimo fiordo (è collegato a quello di ieri, lunghissimo) su una strada che sembra
Mentre attendiamo l’ennesimo battello, ci intratteniamo con due arzilli signori norvegesi sulla settantina, che hanno appena passato cinque giorni a camminare in montagna, spero anch’io di arrivare così a quell’età cavolo!
Giunti a Kinsarvig prendiamo
La strada invece inizia a salire, lenta ma inesorabile e ci incuneiamo fra due costoni di roccia verticali e imponentissimi. Ci sono delle gallerie, ma i mitici norvegesi ci hanno riservato delle stradine a parte, con tanto di piccoli sottopassaggi.
La salita tira un sacco e nelle gambe già ci sono 100 km….ma intravediamo in alto, molto in alto in cima ad un costone, un grande hotel, il che ci fa pensare che sia in cima alla nostra strada. E’ così e la cosa spettacolare è che appena sotto l’hotel ci sia una cascata enorme, alta almeno
14/08 9° TAPPA, FOSSLI-UVDAL, 117 KM
Che giornata! Ultra intensa.
Ci svegliamo presto e sentiamo un gran freddo, l’orologio multi-funzione di Daniele segna 8° C nonostante il sole. Ripartiamo anche oggi in salita e dopo pochi km tocchiamo due traguardi, il record di altezza (1300 mt) e i
L’altitudine qui è strana, non ci sono più alberi, ci sono solo piccoli arbusti e licheni e sullo sfondo, ad una quota inferiore ai
Peccato che il freddo (con la brezza la temperatura è sicuramente diminuita) quasi ci metta in crisi, finalmente scendiamo e raggiungiamo Haugastol, dove incrociamo la bellissima linea ferroviaria Oslo-Bergen, per poi dirigerci verso Geilo, paese col nome più azzeccato al mondo, infatti constatiamo che si geila! E’ un paesetto a poco più di
Ma, sarà ormai l’abitudine alle salite, sarà che ormai ci siamo fatti la “gamba”, le salite scorrono via abbastanza lisce. Oddio, abbiamo fatto fatica eh, ma pensavamo peggio……e ancora una volta restiamo meravigliati dalla bellezza della natura che ci circonda. Iniziata la terza discesa, purtroppo inizia a piovere…anche forte. Ci ripariamo sotto il tetto di una Coop che ha appena chiuso, troviamo la commessa sulla porta e le chiediamo gentilmente se ci può dare del “bread”…..un po’ scazzata riapre la porta e ci regala tutto il pane che ha avanzato…noi le rispondiamo “Thank you” e aggiungiamo con un idioma delle nostre parti “Che Cù”!
La pioggia non accenna a diminuire, anzi aumenta la sua intensità….ripartiamo velocemente e dopo pochi km (il computerino segna
Fantastica, di legno, con una piccola gronda che sembra fatta apposta per riparare le nostre bike e due finestrelle in vetro per permettere di vedere quando arriva il bus.
Sti scandinavi sono troppo avanti, passano 2 pullman al dì (sulle linee minori) e questi ogni
La pioggia cade e noi siamo qui a ripensare a tutti i bei posti che i nostri occhi hanno visto in questi giorni….in più rivediamo l’itinerario visto che siamo in anticipo sulla tabella di marcia. Se tutto va bene, Giovedì facciamo un fuori rotta così da poter osservare il canale di Telemark, segnalato ottimamente dalle varie guide turistiche.
15/08, UVDAL-KONGSBERG IN BUS....RABBIA!
Partiamo dall' inizio, dalla pensilina, dove non smette più di piovere, neanche alla mattina.
Sono passate le 7.30, io me ne sto ancora comodamente sdraiato col mio sacco a pelo per terra, il Dani è anch'esso avvolto nel sacco ma seduto. Ad un certo punto spunta una ragazza che punta verso la pensilina, sembra un pò perplessa, Daniele col suo inglese un pò stentato, ma efficace, le fa: "Entry?".....lei scuote la testa negativamente. Bè, mettetevi nei suoi panni, al mattino presto trovarsi due individui che utilizzano una pensilina come una casa non è molto usuale.
Passa il bus e la ragazza va, guardiamo così per curiosità gli orari, l'altro bus della giornata è alle 15.04 , ma non ci facciamo molto caso, perchè confidiamo in una schiarita.
Intanto sfruttiamo la mattinata di pausa forzata per fare un altro riposino.....sulla strada poche macchine, però passano dei tir, che trasportano grossi tronchi ad elevatissima velocità, tanto da creare dei propri vortici d'acqua sull' asfalto. Al pomeriggio niente, continua incessantemente a buttare giù acqua sto cielo grigio.....allora decidiamo di provare con il bus, sempre se l'autista ci accetta le bici. Arriva puntualissimo e con un pò di timore chiedo all' autista: " Is it possible to put the bike under? "......non so come diavolo si dice bagagliaio in inglese....ma lui comunque ha capito e ci dice di sì......ottimo!
Dopo 2 ore e mezza siamo a Kongsberg, bella cittadina quasi surreale....è talmente pulita da aver paura di sporcarla passandoci con la bici. Anche la stazione è pazzesca, completamente sgombra, libera da segnacci di bombolette spray. Dopo le 19 risaliamo sulle bimbe, ma dopo circa 300 metri scoppia il nubifragio. Niente da fare, oggi è maledetta; rientriamo in stazione (bici incluse) e decidiamo di passare lì la notte.
Per domani non dico niente, so solo che abbiamo voglia di muovere le gambe dopo questa giornata mestissima.
Unica nota positiva è che sono ormai alla fine alla fine del libro di Kapuscinski, 20 pagine e via....ho già pronto "Un indovino mi disse".....si risparmia sul bagaglio, ma sui libri no.
Ho scelto due autori ideali per un viaggio, due uomini che hanno trascorso la vita viaggiando e raccontando cronache di paesi lontani.
Terzani ha detto che molti dei suoi viaggi non sarebbero mai iniziati senza aver letto alcuni libri, chissà se a me succederà la stessa cosa leggendo loro due.
Ovviamente non ho le loro ambizioni.....
16/08 10° TAPPA, KONGSBERG-GVARV, 138 KM
Ci prestissimo e alle 6.40 siamo già in bici, mentre la città dorme ancora.
Mattinata tranquilla, senza particolari note da segnalare, a parte la visita ad Heddal dello Stavkirke più grande del paese. Gli Stavkirke sono delle antichissime chiese costruite interamente in legno, questa è stata completata nel 1242 e ristrutturata un paio di volte nei secoli successivi. Quello di Urnes è stato dichiarato patrimonio dell' umanità dell' Unesco.
A mezzodì il computerino segna già 77 km e ci fermiamo a mangiare qualcosa in una piazzola di sosta.....ci scappa pure la penichella.
Ripartiamo immersi nel solito verde, purtroppo siamo su una strada un pò più trafficata del solito, inoltre una nuvoletta un pò nervosa ci costringe ad una breve sosta.......che si ripete dopo un paio d'ore.....sempre la solita nuvola fantozziana.
Fortunatamente alla seconda ripartenza ci aspetta una strada meno trafficata che costeggia il bel bacino d'acqua Seljordsvatnet.....che fa da apripista ad una bellissima vallata molto ampia, ricca di campi di grano e da qualche allevamento di cavalli, lasciati fortunatamente in semi-libertà.
Capiamo che questo è uno degli ultimi tratti del nostro viaggio dove potremo goderci la natura e il silenzio, stiamo entrando nella parte più densamente popolata della Norvegia.
Superato il bell' abitato di Bo, paesino con molte influenze USA, giungiamo a Gvarv dove decidiamo di accamparci.
Non vediamo molti spazi, quindi abbastanza spavaldamente gettiamo la tenda ai bordi di una piccola strada.
Mangiamo e come al solito ci ripariamo dal freschino serale.........poi riposo perchè domani ci attende l'ultima vera tappa.
lunedì 20 agosto 2007
17/08 11° TAPPA, GVARD-STAVERN, 111 KM
Ormai è la regola: tenda= gran dormita. Così anche stanotte e, alla fine, sulla strada non è passato quasi nessuno, tranne una signora col Berlingo che alla terza volta ci ha anche salutati.
Direzione Ulefoss, poco più di un' ora e siamo lì, vediamo le indicazioni e via, andiamo a conoscere sto benedetto Canale di Telemark.
Al primo impatto niente di che, è come vedere un normalissimo fiume che in alcuni punti ha delle chiuse come quelle famose di Leonardo sull' Adda.
Faccio una breve cronostoria: il Canale di Telemark è stato costruito in una serie di bacini artificiali alla fine del XIX secolo, allo scopo di trasportare legname fra le città di Dalen e Skien, 105 m di distanza e 72 metri di dislivello. Questo è il bello del canale, queste chiuse ( 8 in totale, 5 solo a Vrangfoss, foto sopra) permettono al battello di colmare il dislivello altimetrico. L' imbarcazione entra nella prima chiusa, aperta manualmente come tutte, che viene successivamente chiusa per permettere l'apertura della seconda....e così via......all' apertura di ogni chiusa l'acqua fa salire o scendere il battello e il gioco è fatto.
Sono in attività 3 battelli, fra cui l' Henrik Ibsen (quello del Peer Gynt) e il Victoria, il più antico, datato 1882.
Arrivati a Vrangfoss troviamo il regalo più bello che questo fine vacanza potesse farci: una doccia calda gratis e....manco a dirlo, pulita!
Figo.....una stanzetta con un bel boilerone e via......dall'ultima doccia ormai son passati 10 giorni....e si sente.....e se lo devo sentire io vuol dire che proprio facciamo schifo!
Lavati, asciugati e rivestiti siamo come nuovi, come un' auto dopo il tagliando.....non sembra vero....soprattutto per i miei capelli.
Felici e profumati ci rechiamo a Skien, città di 40 mila abitanti, che non ci dice molto, ci conferma quello che abbiamo pensato fin dall' inizio del viaggio........che le città non sono consone col tipo di viaggio che stiamo affrontando.
Usciamo al volo dalla città e, addirittura, rischiamo di fare confusione agli incroci....perchè ci sono 3 o 4 piste ciclabili insieme....e sinceramente non ne siamo molto abituati.
In anticipo sulla tabella di marcia, sulla cartina vediamo una piccola penisoletta affacciata sul mare.....ci dirigiamo lì ovviamente e giungiamo dopo non molti chilometri a Stavern, particolarissimo paese di mare, bellissimo e affacciato sul mare aperto. Davvero una meraviglia, che non è nemmeno menzionata sulle due guide che mi son portato appresso dall' Italia.
Dopo una delle cene più esagerate della vacanza (un paninazzo di circa 1,5 kg a testa) cerchiamo l'ultimo rifugio della vacanza...e lo troviamo in un campo vicino a 2 balle di fieno e alle impronte di un trattore......speriamo che il contadino abbia finito di lavorare!
18/08 12° TAPPA, STAVERN-TORP AIRPORT, 75 KM
Hanno chiuso l' aeroporto, stanotte dormiamo qui, siamo solo noi e due ragazzi veneziani (che ci offrono un cicchetto di grappa) in tutto l'aeroporto; le bici sono già smontate e dormono nella loro sacca.
In mattinata, dopo il risveglio (un pò turbolento, visto gli strani versi che facevano i tori del campo vicino, li avrà aizzati il contadino?) decidiamo di percorrere interamente la bella penisoletta e giunti a Neviuvhland, entriamo di testa in un Bakeri-Conditori, un panificio-bar dove divoriamo l' ultima mega brioches della vacanza. Prima di riprendere ci intratteniamo un pò con i gestori del locale......è anche una delle ultime occasioni per sfoggiare il mio mega inglese; le solite cose, italiani, siamo partiti da Trondheim, la valle dei Troll.......poi una signora ci spiega che un loro conoscente ha corso in bici in Italia, di più non riusciamo a capire, finchè si presenta un signore con una bella MTB che parla italiano.
Si presenta, Dag Erik Pedersen, ciclista professionista dal 1982 al 1993, ha militato in diverse squadre italiane, 49 gare vinte da professionista e 3 tappe al Giro d' Italia. Conosce bene le nostre zone, ha partecipato a tutte le principali gare: Coppa Agostoni, Giro di Lombardia e anche una gara (che purtroppo non si disputa più) che passava sulla Valcava.
Ora fa il telecronista in tv.....molto simpatico, il miglior incontro che potevamo fare alla fine del nostro tour.
Ci spostiamo poi ad Helgeroa, altra carinissima località di mare, per fortuna baciata dal sole.
Il resto della giornata scorre tranquillo, i chilometri da percorrere sono pochi, troviamo anche il tempo di assistere ad una gara di un campionato di calcio dilettantistico.....e restiamo quasi scioccati nel vedere che mancano completamente le recinzioni.
Alle 19.30 circa arriviamo sul piazzale dell'aeroporto, fine del viaggio: 1431 km, 90 ore in sella distribuite su 12 tappe.
Chi se lo aspettava? All' inizio eravamo praticamente certi di dover riprendere il bus-navetta da Oslo, magari anche il treno per un breve tratto.
Invece siamo giunti fin qui, la giusta ciliegina sulla torta di un viaggio meravigliosamente bello.
Non so cosa sia stata la forza di questa vacanza, forse il fatto che all' inizio non ci siam posti nessun obiettivo e non abbiamo fissato delle mete precise da visitare.
E poi un sacco di altre cose messe insieme........
Per finire, come abbiamo ripetuto noi due per tutto il viaggio......." Vacanza in bici....Top Level!"